MIDANA, Alberto
– Nacque a Torino il 24 nov. 1902 da Enrico ed Emma Devalle.
Dopo aver frequentato il liceo Gioberti, presso cui ottenne il diploma nel 1920, si iscrisse alla facoltà di medicina e chirurgia nel 1920-21. Conseguì la laurea il 17 nov. 1927 con O. Uffreduzzi, discutendo una tesi su «Il contributo al trattamento dei postumi della poliomielite anteriore acuta dell’arto inferiore». Il 14 genn. 1928 acquisì l’abilitazione all’esercizio professionale presso l’Università di Genova.
Nel 1928 vinse una borsa di studio della Rockefeller Foundation per l’istituto di patologia generale, allora diretto da B. Morpurgo, proseguendo nel contempo a frequentare la clinica chirurgica come assistente volontario sino al 1930.
Fin da studente pubblicò un primo contributo in patologia sperimentale (Le trasformazioni di espianti di cuore di embrioni di pollo studiati con il metodo delle sezioni seriali, in Giorn. della R. Accademia di medicina di Torino, s. 4, XXIX [1923], pp. 221-225, in collab. con C. Bosio), disciplina che coltivò nei primi anni della sua carriera universitaria (L’esame della funzionalità pancreatica dopo resezione gastrica, in Giorn. medico dell’Alto Adige, I [1929], pp. 9-22, in collab. con E. Polacco; L’influenza dell’iperemia attiva sull’accrescimento dei tumori da innesto, in Arch. per le scienze mediche, LIII [1929], pp. 594-598; Voluminoso granuloma lipofagico del grande omento, ibid., pp. 772-777; L’influenza dell’età sulla rigenerazione dei nervi periferici, ibid., LIV [1930], pp. 774-780).
Nel 1930 il M. iniziò a frequentare la clinica dermosifilopatica dell’Università di Torino, divenendo dapprima assistente volontario (fra il 1931 e il 1933), quindi assistente di ruolo (dal 1933 al 1934) e infine aiuto (dal 1934 al 1952).
Conseguita la libera docenza nel 1937, fu giudicato maturo al concorso bandito nel 1938 per la cattedra di clinica dermosifilopatica dell’Università di Sassari.
Durante gli anni della seconda guerra mondiale il M. fu richiamato in servizio come capitano medico e nel 1941-42 fu incaricato della direzione della sezione dermosifilopatica dell’ospedale di S. Lazzaro di Torino. Al termine del conflitto la facoltà medica del capoluogo piemontese lo incaricò, tra il maggio e il novembre 1945, dell’insegnamento della materia e della direzione della clinica. Dal 1946 al 1952 rappresentò l’Università nel consiglio di amministrazione dell’ospedale ostetrico-ginecologico S. Anna.
Dopo aver partecipato, nel 1949, al concorso per la cattedra di clinica dermosifilopatica dell’Università di Catania ed esserne stato giudicato maturo, fu ternato in quello bandito, nello stesso anno, dall’Università di Sassari. Dal 1° febbr. 1952 con voto unanime fu chiamato dalla facoltà medica di Sassari a insegnare presso quella Università: il M. vi svolse un’intensa attività didattica, completò l’arredamento della clinica con nuove attrezzature di laboratorio e rinnovò gli ambulatori annessi. Particolare attenzione pose al funzionamento del gabinetto radioterapico annesso alla clinica, provvedendo alla sostituzione dell’attrezzatura esistente, ormai antiquata.
Il 19 giugno 1952, con voto unanime, la facoltà di medicina di Torino lo chiamò a ricoprire la cattedra di dermosifilopatica e a dirigerne la clinica, che lasciò solo vent’anni dopo, il 31 ott. 1973, al raggiungimento dei limiti d’età.
Il M. ebbe una produzione scientifica vastissima, documentata da oltre duecentocinquanta lavori a stampa. Fra questi spiccano quelli sulla malattia di Nicolas-Favre, isolata e descritta per la prima volta nel 1912 da J. Nicolas, M. Favre e N.J. Durand come linfogranuloma inguinale subacuto o poroadenite e oggi nota come linfogranuloma venereo. Gli studi del M. contribuirono a precisare meglio tale affezione (Lesioni cutanee nella linfogranulomatosi inguinale acuta di Nicolas e Favre, in Giorn. italiano di dermatologia e sifilologia, LXXV [1934], pp. 1743-1754; Le alterazioni del sistema nervoso centrale dell’uomo nella poroadenite inguinale, in Bulletin de la Société française de dermatologie et de syphiligraphie, LXI [1934], pp. 161-165; Eritema polimorfo e malattia di Nicolas-Favre, in Il Dermosifilografo, XI [1936], pp. 403-412; Eccezionale varietà di fistole multiple migratrici profonde da virus della malattia di Nicolas-Favre, ibid., XIII [1938], pp. 232-240; Sur la localisation urétrale de la maladie de Nicolas et Favre, in Annales de dermatologie et de syphiligraphie, s. 7, IX [1938], pp. 849-856, in collab. con E. Bizzozero; Estesa fistola del dorso del membro, secondaria a linfangite nodulare da virus della malattia di Nicolas e Favre, in Il Dermosifilografo, XIII [1938], pp. 683-690; Parte clinica con particolare riguardo alle localizzazioni extraghiandolari, in Atti della Soc. italiana di dermatologia e sifilografia, II [1939], pp. 88-202; Bartolinite bilaterale da virus della malattia di Nicolas e Favre, in Giorn. italiano di dermatologia e sifilologia, LXXX [1939], pp. 115-121; Le localizzazioni ano-retto-coliche della malattia di Nicolas e Favre, in Arch. italiano delle malattie dell’apparato digerente, VIII [1939], pp. 347-374; Ricerche sulla funzione renale nelle localizzazioni ano-rettali della malattia di Nicolas e Favre, ibid., IX [1940], pp. 301-324; Idrartro recidivante del ginocchio da virus della malattia di Nicolas e Favre, in Minerva medica, XXXI [1940], pp. 519-521; Il quadro radiologico delle localizzazioni ano-retto-coliche della malattia di Nicolas e Favre, in Dermatologica, LXXXV [1942], pp. 403-410). A quell’epoca si riteneva che l’eziologia della affezione fosse di origine virale e su tale linea di ricerca sono anche i lavori del M. (Sull’eziopatogenesi dell’eritema polimorfo nella poroadenite inguinale, in Giorn. italiano di dermatologia e sifilologia, LXXVI [1935], pp. 1091-1095; Ricerche sulla coltura del virus della malattia di Nicolas e Favre: nota preliminare, ibid., LXXXI [1940], pp. 145-150; Uretrite virale e virus di Nicolas-Favre, in Minerva dermatologica, XXVII [1952], pp. 193-196). Oggi, invece, l’agente eziologico della malattia è stato identificato in un batterio, la Clamydia trachomatis. Nel 1925 il dermatologo tedesco W.S. Frei mise a punto un test cutaneo per identificare la malattia (l’intradermoreazione di Frei), oggi non più utilizzato. Su questa prova e sui meccanismi fisiopatologici correlati, il M. compì ulteriori fondamentali ricerche, cercando anche di trasmettere artificialmente la malattia alle cavie (De la transmission de la maladie de Nicolas et Favre aux cobayes, in Bullettin de la Société française de dermatologie et de syphiligraphie, XLII [1935], pp. 1484-1486; Ricerche sulla filtrabilità dell’antigene di Frei, in Il Dermosifilografo, XII [1937], pp. 154-158, in collab. con F. Franchi; Sull’assorbimento del virus della poroadenite inguinale, in Giorn. italiano di dermatologia e sifilologia, LXXVII [1937], pp. 57-64; Dissociazione fra allergia cutanea specifica e attività antigenica del pus linfoghiandolare nei poroadenitici, in Il Dermosifilografo, XII [1937], pp. 237-265; Ulteriori ricerche sulla natura dell’antigene di Frei, ibid., XIII [1938], pp. 490-499; Ricerche sul potere complementare del siero di sangue nella malattia di Nicolas e Favre, in Giorn. italiano di dermatologia e sifilologia, LXXX [1939], pp. 1119-1126, in collab. con C. De Gaudenzi; Ricerche sulla deviazione del complemento con antigeni culturali nella malattia di Nicolas e Favre, ibid., LXXXI [1940], pp. 151-156, in collab. con R. Leone; Sul valore pratico della reazione di formol-gelificazione di Gaté e Papacostas e della prova di velocità di sedimentazione nella malattia di Nicolas e Favre, in Il Dermosifilografo, XV [1940], pp. 207-217). Il M. indagò pure gli aspetti terapeutici (La terapia della malattia di Nicolas e Favre con i derivati organici dello zolfo, in Minerva medica, XXX [1939], pp. 40-43), medico-legali (Rilievi peritali su un caso di contagio coniugale di malattia di Nicolas e Favre, ibid., XXXI [1940], pp. 39-42) ed epidemiologici dell’affezione (Rilievi statistici ed epidemiologici sulla poroadenite inguinale nella città di Torino, ibid., XXVII [1936], pp. 179-182).
Il M. fu, inoltre, un valente cultore degli studi istopatologici, specie in relazione alle lesioni tumorali della cute o agli stati precancerosi (Su di un caso di carcinoma basocellulare piano della faccia, a decorso straordinariamente lento, in Cancro, IV [1933], pp. 272-274; In tema di mollusco sebaceo e di papillomatosis cutis carcinoides, in Minerva dermatologica, XXX [1955], pp. 45-48), nonché alla adenopatia reattiva, che compare in numerose dermopatie (Adenopatie in dermatosi a decorso cronico, in Arch. italiano di dermatologia, XIII [1937], pp. 278-307).
Di grande rilievo le ricerche sulla dermatomiosite, intuita come sindrome neoplastica (Una patologia di confine: studi etiopatogenetici sulla dermatomiosite, in Minerva dermatologica XXVIII [1953], pp. 67-72; Etiopatogenesi e terapia della dermatomiosite, in Giorn. italiano di dermatologia e sifilologia, XCIV [1953], pp. 257-294, in collab. con R. Leone; Considerazioni cliniche e statistiche sulle dermatomiosite e tumori viscerali profondi, in Minerva dermatologica, XXXVII [1962], pp. 345-351, in collab. con R. Leone).
Non vi fu branca della disciplina che il M. non affrontò con contributi originali, come quelli sulla lebbra (Il bleu di metilene nella terapia della lebbra, in Minerva medica, XXV [1934], pp. 728 s.; Considerazioni diagnostiche su di un caso di lepra nervosa pura con reperto batteriologico negativo, in Il Dermosifilografo, IX [1934], pp. 339-346) e sulle dermatiti professionali (Lesioni cutanee professionali da calce viva, in Giorn. italiano di dermatologia e sifilologia, LXXVI [1935], pp. 10-12; Morbo di Schamberg (dermatosi pigmentaria progressiva) in un caso di intossicazione professionale, in Rass. di medicina applicata al lavoro industriale, VI [1935], pp. 23-28; Manifestazioni cutanee della berilliosi, in Minerva dermatologica, XXVII [1952], pp. 41-44; Dermatosi professionali dell’industria del riso, in Bullettin de la Société française de dermatologie et de syphiligraphie, LXII [1955], pp. 183-190, in collab. con P. Zeglio - G. Zina).
L’impostazione scientifica ricevuta nei primi anni di studio orientò il M. anche verso studi di patologia clinica (Sul comportamento dell’azoto incoagulabile del sangue in dermatiti acute artificialmente provocate, in Il Dermosifilografo, VI [1931], pp. 621-634; L’equilibro proteico del sangue in alcuni casi di pemfigo e dermatite erpetiforme di Duhring, in Giorn. italiano di dermatologia e sifilologia, LXXIII [1932], pp. 224-234; I fermenti del sangue e del liquido di bolla in alcune dermatosi, ibid., LXXIV [1933], pp. 1341-1362; L’equilibrio proteico del sangue in alcune dermatosi, in Il Dermosifilografo, VIII [1933], pp. 173-202; Sul tasso dell’azoto incoagulabile del sangue nelle dermatosi, ibid., pp. 496-504; Sull’alterazioni del liquor nell’alopecia aereata, in Arch. italiano di dermatologia, X [1934], pp. 539-555; Il processo della glicolisi in vitro in alcune dermatosi, in Giorn. italiano di dermatologia e sifilologia, LXXV [1934], pp. 559-563; La reazione di Weltmann in dermatologia, in Il Dermosifilografo, IX [1934], pp. 494-503; Dell’azione dello iodio sulla reattività della cute, in Riforma medica, LI [1935], pp. 169-172; Sul metabolismo dei lipidi nella cute psoriasica, in Minerva dermatologica, XXIX [1954], pp. 235-242).
Negli anni della direzione della clinica dermosifilopatica di Torino, il M. allestì nuovi laboratori, fra i quali quello di allergologia, di micologia, di istologia, istituendo sezioni di dermatologia chirurgica, dermatologia pediatrica e radiologia.
Insieme con A.M. Dogliotti e G. Sansevero Rosselli fu il promotore, nel 1953, della prima Scuola di specializzazione di chirurgia plastica istituita in Italia.
Dopo il collocamento a riposo, fu nominato professore emerito nell’Università di Torino, il 22 maggio 1979.
Diresse per molti anni il Giornale italiano di dermatologia e venereologia, determinando un significativo rinnovamento della rivista, sia nella veste editoriale sia nei contenuti.
Il M. morì a Torino il 15 nov. 1998.
Fu membro di molte società scientifiche, fra cui la Società italiana di dermatologia e sifilografia e la Société française de dermatologie et de syphiligraphie. Fu nominato socio onorario dell’Accademia di medicina di Torino.
Il suo amore per la disciplina lo portò negli anni Novanta del Novecento a istituire una borsa di studio da assegnarsi a un giovane per le ricerche di oncologia cutanea svolte all’interno della clinica torinese.
Fonti e Bibl.: Torino, Arch. storico dell’Università, Fascicoli personali, Alberto Midana; M. Pippione, Commemorazione del socio A. M., in Giorn. della Accademia di medicina di Torino, CLXII (1999), pp. 51-54.
S. Arieti