AGRAFIA (dal gr. ἀ privativo, e γραϕή "scrittura", da γράϕω; fr. agraphie; sp. agrafía; ted. Agraphie; ingl. agraphia)
L'agrafia consiste nella perdita del ricordo delle immagini motorie necessarie per trasformare in simboli grafici i suoni verbali. L'agrafico puro conserva integro tutto il resto del linguaggio; può talvolta anche perfettamente copiare uno scritto come un disegno qualsiasi (scrittura servile), ma non può scrivere né spontaneamente né sotto dettato.
L'agrafia, in genere, rappresenta un sintomo delle altre forme di afasia; secondo alcuni autori, però, potrebbe anche costituire una vera e propria sindrome morbosa dovuta a lesione di uno speciale centro corticale, posto (da Exner e Pitres) nel piede del gyrus frontalis medius di sinistra. Esistono però numerosi casi di lesione del piede di detta circonvoluzione (in destrimani), senza che in vita il paziente avesse presentato alcun disturbo disgrafico. Dejerine, che ha sempre combattuto l'esistenza di un centro grafico, ricorda essere la scrittura niente altro che una forma di motilità della mano, e che mentre non si può parlare che con l'apparecchio glossofaringo-laringeo, si riesce invece a scrivere col gomito, col piede o con qualunque altra parte mobile del corpo.
Anche recentemente, però, il Henschen ha sostenuto che esiste nel piede del gyrus frontalis medius di sinistra un vero e proprio focus, il quale, senza essere del tutto autonomo, dirige esclusivamente i movimenti della scrittura, ed è perciò da considerarsi un centro di dignità più elevata di quello che serve ai movimenti delle dita e della mano (la corteccia della limitrofa circonvoluzione frontale ascendente).