MORINI, Agostino
MORINI, Agostino. – Nacque a Firenze il 4 marzo 1826 da Paolo Morini e da Anna Bartolini, nel popolare quartiere di San Lorenzo in via delle Ruote 5797.
Ricevuto, come ogni fiorentino di fede cattolica, il primo sacramento nell’antico Battistero di San Giovanni, negli studi letterari e filologici a cui lungamente si dedicò seppe incarnare intimamente la propria fiorentinità in uno spirito insieme umanista e cristiano, facendo della ricerca e dell’approfondimento intellettuale una seconda vocazione di non minore importanza rispetto a quella religiosa.
All’età di 18 anni, dopo aver frequentato le scuole degli scolopi, entrò nell’ordine dei servi di Maria presso il convento dell’Annunziata dove, conseguiti gli studi teologici, fu ordinato sacerdote il 1° maggio 1850. Nel periodo compreso fra il 1853 e il 1862 insegnò teologia, eloquenza, latino e greco presso le scuole dell’ordine, pur non rinunciando a condurre un’intensa attività di ricerca e di studio che gli permise di stringere fruttuose amicizie epistolari con numerose personalità del mondo culturale italiano e straniero sia laiche sia cattoliche.
Discepolo negli anni giovanili di fra Basilio Fanciullacci e di fra Giovannangelo Mondani, cui successe nel 1853 come maestro degli ex-novizi, non disdegnò mai un confronto schietto e leale con studiosi d’ogni provenienza cui sempre rispose impostando il proprio discorso all’insegna di una moderna concezione della ricerca. Fra gli intellettuali di cui fu amico si devono ricordare Luigi Grisostomo Ferrucci, Eugenio Cecconi, Pietro Fanfani, Niccolò Tommaseo, Tommaso Vallauri, Charles Montalembert e Wilhelm Henzen (cfr. Nota di uomini illustri e letterati, amici e conoscenti di me, fra A. Morini, in Arch. generale dell’Ordine dei servi di Maria [AGoSM], busta 19, n. 3).
Impegnato principalmente nella riedizione delle Lettere di s. Girolamo, tradotte in volgare da Giovanfrancesco Zeffi nel secolo XV, in questi anni si dedicò assiduamente agli studi filologici, occupandosi anche di archeologia cristiana e agiografia. Approfondì inoltre problematiche di natura erudita e storica applicando alle proprie ricerche un rigoroso criterio scientifico nella selezione delle fonti, ampiamente dimostrato nella disputa che nel 1861 lo portò ad affrontare il problema dell’appartenenza di Enrico Gand all’ordine dei servi, dichiarandosi contrario all’ipotesi accreditata dalla tradizione.
Il 1861 fu cruciale per la sua formazione intellettuale. In quell’anno, infatti, l’epistolario di Morini si arricchì della corrispondenza con i padri Bartolomeo Sorio, insigne esponente del purismo italiano e personalità assai in vista del movimento cattolico conservatore, e con il celebre bollandista Victor De Buck. Fu proprio lo stabile confronto con quest’ultimo a orientarne, più di ogni altro, la maturazione intellettuale e religiosa.
Tipico esponente del cattolicesimo conservatore, Morini si rivelò consapevole di vivere in un ambiente culturale sostanzialmente ostile, dominato, all’interno del corpo ecclesiale, dal cattolicesimo liberale e, all’esterno, da un sistema di pensiero ritenuto se non avverso, quanto meno indifferente alla proria formazione religiosa. Fu in grado tuttavia di non chiudersi aprioristicamente alle novità del secolo XIX che anzi seppe interpretare come una sfida a cui rispondere prontamente. Da ciò maturò l’intuizione, a lungo coltivata nel corso degli studi, di auspicare per i credenti un più impegnativo e moderno aggiornamento in campo culturale e teologico. Anticipando temi ed obiettivi che, molti decenni dopo, avrebbero caratterizzato la riflessione dei cattolici italiani sul mondo moderno, Morini attribuì infatti senza esitazioni alla formazione intellettuale un ruolo di primo piano in vista del rilancio della vita religiosa e, specialmente, del proprio ordine. Così per esempio affrontava con De Buck il problema dell’inadeguatezza culturale degli italiani rispetto ai francesi, mostrando di intendere la preparazione letteraria e storica come un efficace rimedio contro quella che riteneva la rivoluzione anticlericale imperversante in Europa: «In quanto all’educazione della nostra gioventù è vero che siamo molto indietro […]. Ma non dubiti che la Provvidenza ci prepara in modo, con gli eventi attuali, che credo saremo obbligati a fare quanto loro e più. Se volessi scrivere tutto quel che ho in corpo su questo tema non basterebbe certo un quiderno non che una lettera […]» (lettera a De Buck del 9 gennaio 1862, in AGoSM).
Mentre in Italia si facevano sempre più insistenti le voci di possibili soppressioni di molti ordini religiosi a causa della politica anticlericale del neonato Stato unitario, su invito dei propri superiori, il 23 settembre 1864, insieme a padre Filippo Bosio, Morini partì per Londra per dare avvio alla prima missione servita nell’isola britannica e trovare una maggiore libertà per i servi di Maria in Inghilterra, dove nei decenni precedenti, in particolare sotto l’impulso del movimento di oxford, si era registrata una promettente rinascita del cattolicesimo. Dopo sei anni passati in Gran Bretagna, nel luglio 1870, accettò di buon grado la proposta fattagli dal priore generale Angelo Mondani di partire per una nuova e più impegnativa missione negli Stati Uniti d’America, muovendosi principalmente fra Chicago e la cittadina di Green Bay (Wisconsin) situata su di un ramo del lago Michigan (The foundation of the Order of servants of Mary in the United States of America (1870-1889), Roma 1993). Rimase negli USA per 18 anni facendo ritorno definitivamente in Italia nel 1888 per il capitolo generale dell’ordine in cui fu eletto consultore generale. Presa stabile residenza presso il convento romano di Santa Maria in Via, si dedicò nuovamente agli studi, dando avvio nel 1897, insieme a Pérégrin Soulier, alla pubblicazione dei Monumenta Ordinis Servorum sanctae Mariae. Fu anche postulatore della causa di canonizzazione dei Sette fondatori dell’ordine dei servi di Maria (1888).
Morì a Roma il 17 luglio 1909.
Fonti e Bibl.: fra i principali archivi utili a ricostruire la trama di amicizie di Morini si vedano: Begbroke, Archives of the English Province o.S.M., Registro Morini; List of the members of the Confraternity of the Seven Dolours of the Blessed Virgin, erected in the temporary Church of Our Lady of Seven Dolours. Enrolled at St.Wilfrid’s Convent, Brompton; Bologna, Arch.del convento di Santa Maria dei Servi, Formularium Provinciae Marchiae Anconitanae Ordinis Servorum Beatae Mariae Virginis con nonnullis adiuctis ad occasionem occurrentibus; Firenze, Arch. del convento della SS. Annunziata, Registro della Provincia Toscana dell’Ordine dei Servi di Maria 1844-1886, Cartella Morini; Ibid., Arch. dell’Accademia della Crusca, Carteggio Morini; Ibid., Arch. della Congregazione dell’oratorio, cinque lettere di A. M. a p. Metti; Ibid., Arch. di Stato, Corporazioni religiose soppresse dal Governo francese, 119, n. 59; Rimini, Biblioteca civica Gambalunga, Carteggio Luigi Tonini-Morini. La maggior parte delle carte di Morini è presente a Roma, presso l’Arch. generale dell’ordine dei Servi di Maria in un apposito Fondo Morini che, fra le altre, contiene numerose lettere autografe, l’elenco scritto di suo pugno dei suoi corrispondenti: Nota di uomini illustri e letterati, amici e conoscenti di me, fra A. Morini, busta 19, n. 3 [Memorie di Morini], e la testimonianza del suo soggiorno inglese e statunitense: Fondazione dell’Ordine dei Servi di Maria nell’Inghilterra; Fondazione dell’Ordine dei Servi di Maria negli Stati Uniti dell’America settentrionale. Sempre a Roma si vedano inoltre l’Archivio e la Biblioteca del convento di Santa Maria in Via. Fonti edite: F.M. Berlasso, Corrispondenza di Bartolomeo Sorio con fra Agostino Morini. 1861- 1864, in Studi storici dell’Ordine dei Servi di Maria, 40 (1990), f. 1-2., pp. 203-273; Carteggio di Agostino Morini, O.S.M. (1853-1874). Vita quotidiana, cultura e letture nel secondo Ottocento, a cura di F.M. Berlasso, Roma 2001 (alle pp. 1234- 1238 un elenco delle principali opere pubblicate da Morini); in proposito si segnala la recensione di L. Mezzadri, in Studi storici dell’Ordine dei Servi di Maria, LIV (2004), vol. 54, pp. 275-279. Non esiste una vera e propria biografia del personaggio: al necrologio a firma di P.M. Soulier in Monumenta Ordinis Servorum, XI, [1910], pp. 5- 11, fecero seguito: G.M. Corr, Servites in London. An account of the coming of the Servite Fathers to England and of the founding of the English Province of the Order, Newburry 1952; J.M. Ryska, The Memoirs of A. M. and the arrival of the Servites in the Middle Western United States, in Studi Storici dell’Ordine dei Servi di Maria, 12, 1962, pp. 294-313; Id., A. M. Servite scholar and Founder (1826-1909), in Contributi di storiografia servitana, Vicenza 1964, pp. 15-79. Interessanti riferimenti anche in G. Rosoli, Mito americano e “cultura” religiosa e M. Sanfilippo, La grande emigrazione nelle pagine dei viaggiatori, in Il sogno italo- americano: realtà e immaginario dell’emigrazione negli Stati Uniti, a cura di S. Martelli, Napoli 1998, rispettivamente pp. 225 e 356; A. Acerbi, La Chiesa e l’Italia, Milano 2003, p. 349; P.R. D’Agostino, Rome in America: transnational Catholic ideology from the Risorgimento to fascism, Chapel Hill 2004, pp. 62 s.; V.L. Pérez, Expansión de los Siervos De María (1847-1953), in Studi storici dell’Ordine dei Servi di Maria, vol. LVI-LVII (2006-07), pp. 234, 241, 260; o.J. Dias, Gli Istituti femminili dei Servi, ibidem., pp. 344-347, 358 s.; R. Citoroni, La ricerca storica nell’Ordine, ibidem., pp. 563, 565 s., 570, 575.