GALAMINI (Galamina), Agostino (al secolo Simone)
Simone nacque a Brisighella, nei pressi di Faenza, nel 1552 (ma alcune fonti riportano Fognano, 1551), figlio di Mangolino e della nobildonna Antonia Recuperati, parente di Agostino Recuperati (morto nel 1540), che era stato generale dell'Ordine dei predicatori. Il G. entrò nell'Ordine domenicano e assunse il nome di Agostino, in onore del Recuperati; compì il noviziato a Faenza, poi passò a Bologna, dove fu lettore; infine fu inviato nella provincia di Napoli. Dopo essere stato nominato lettore maggiore di molti conventi della provincia lombarda, fu inquisitore a Brescia (1592) e in seguito a Piacenza, Genova e poi Milano. A questa esperienza seguì, nel 1604, l'affidamento della commissaria del S. Uffizio da parte di Clemente VIII. Fu quindi nominato maestro del Sacro Palazzo. Infine, nel 1607, fu eletto maestro generale dell'Ordine dei predicatori nel capitolo generale tenutosi a Roma nel 1608. Iniziò subito un'opera di riorganizzazione delle diverse province domenicane, partendo dal Regno di Napoli, passando poi alla provincia d'Abruzzo, quindi alle Puglie, infine giungendo alle Calabrie e alla Sicilia.
Era solito arrivare in incognito, per meglio verificare la situazione dei vari conventi. I suoi interventi furono sempre energici, tanto che lo stesso pontefice dovette intervenire varie volte per invitarlo a maggiore prudenza: sostituiva immediatamente i priori ritenuti inadatti, e nominava nuovi provinciali.
Nel giugno 1610 iniziò a riorganizzare le province di Bologna, Milano e Piemonte; quindi, su invito della reggente di Francia, Maria de' Medici, passò a visitare le province francesi dell'Ordine.
A Parigi in particolare si comportò con grande energia: proibì ai novizi di dire messa (avendo trovato anche giovanetti di diciassette anni che esercitavano l'ufficio al posto dei confratelli anziani); ripristinò quindi la pratica della mensa comune in refettorio e quella dell'abito religioso e, per dare l'esempio, si mise personalmente a restaurare gli edifici e le chiese dei conventi della regione.
Durante il soggiorno parigino fu creato cardinale da Paolo V il 17 ag. 1611, col titolo di S. Maria in Aracoeli. Nel 1613 fu nominato vescovo della diocesi di Recanati e Loreto, che resse per sette anni. Nel 1720 fu nominato vescovo di Osimo, nella Marca di Ancona, dove rimase per i successivi diciannove anni, praticamente senza allontanarsi mai, se non per i conclavi che portarono all'elezione di Gregorio XV e Urbano VIII. Morì il 6 sett. 1639 e fu sepolto nella cappella del Rosario nella chiesa di S. Marco dei predicatori a Osimo, sotto una semplice lapide che egli stesso aveva dettato.
Uomo semplice, orgoglioso del suo essere frate (volle essere seppellito solo con il suo vecchio abito talare), preoccupato come pastore in particolar modo delle anime più semplici, amava andare personalmente a predicare ai contadini che lavoravano fino a tarda sera nei campi: quando morì, lasciò 1000 scudi al convento S. Marco di Osimo, affinché tutti i giorni venisse celebrata una messa all'alba "… per comiodo di quelli che devono andare a lavorare in campagna". Fu in corrispondenza con i principali sovrani europei, come l'imperatore Ferdinando II, Luigi XIII di Francia e Filippo IV di Spagna.
Fonti e Bibl.: Ravenna, Bibl. Classense, Mss., 648: Paolo da Scio, Vita del card. A. G. (1655); R.M. Magnani, Vita de' santi di Faenza, II, Faenza 1742, pp. 108-113; A. Touron, Histoire des hommes illustres de l'Ordre de St Dominique, V, Paris 1749, pp. 192-211; I. Catalani, De magistro S. Palatii Apostolici, Roma 1751, pp. 144-147; L. Cardella, Memorie storiche de' cardinali…, VI, Roma 1793, pp. 165-169; D.A. Mortier, Histoire des maîtres généraux des frères prêcheurs, VI, Paris 1913, pp. 122-189; I. Taurisano, Hierarchia Ordinis praedicatoris, Roma 1916, pp. 12, 55, 73; L.A. Redigonda, in Dict. d'hist. et de géogr. ecclés., XIX, Paris 1981, coll. 703-706 (con ulteriore bibliografia); P. Gauchat, Hierarchia catholica…, IV, Monasterii 1935, pp. 104, 293.