GALLI, Adriano
Nato a Napoli il 19 giugno 1904 da Eugenio e da Caterina Iannuzzi, si laureò in ingegneria presso la Scuola politecnica di Napoli dove, nel 1929, divenne assistente volontario alla cattedra di statica grafica tenuta da A. De Nora. Nel 1930 fu nominato assistente di ruolo presso la Scuola di architettura di Napoli e collaborò con le cattedre di scienza delle costruzioni e di meccanica razionale e statica grafica, in continuo rapporto con A. Signorini, C.L. Ricci e G. Krall alla cui scuola completò la sua formazione. In particolare il G. raccolse e curò la pubblicazione delle Lezioni di scienza delle costruzioni del Ricci (Napoli 1931) e delle Lezioni sul cemento armato del Krall (Napoli 1937); e nell'estate del 1932 si recò presso il "laboratorio prove" di Zurigo diretto da Mirko Ros. Nel 1934 ottenne la libera docenza in meccanica applicata alle costruzioni. Nel 1939 fu incaricato del corso di scienza delle costruzioni quale aiuto alla cattedra di scienze delle costruzioni. Contemporaneamente insegnò, presso l'Accademia aeronautica di Caserta, geometria descrittiva e poi meccanica razionale.
Dal 1940 passò alla facoltà di ingegneria di Napoli: incaricato del corso di legno, ferro e cemento armato, divenne titolare dello stesso insegnamento nel 1943 dopo aver superato il concorso per la cattedra di scienza delle costruzioni. Subito dopo gli venne affidato anche l'incarico del corso di scienze delle costruzioni, nonché la direzione dell'omonimo istituto a seguito della scomparsa del Ricci; infine, nel 1946, venne definitivamente trasferito alla cattedra di scienza delle costruzioni, sebbene conservasse l'incarico dell'insegnamento di legno, ferro e cemento armato fino al 1950, quando passò a F. Mazzarella.
La produzione scientifica e didattica può dividersi in due periodi: il primo conseguente al contatto con i citati maestri presso la Scuola di architettura inizia dal 1933 con note sulla teoria della ellisse di elasticità, la trave Vierendeel, il calcolo di strutture a telaio; dal 1939 i lavori (alcuni pubblicati negli Atti della R. Accademia dei Lincei) riguardano problemi di vibrazioni e di instabilità e mostrano la piena maturità scientifica corredata da una profonda conoscenza dello strumento matematico e da una chiara visione dell'aspetto e della utilizzazione tecnici dei problemi studiati. A questo periodo deve attribuirsi la prima edizione delle Lezioni di scienza delle costruzioni (Napoli 1945) vergata a mano come molti testi universitari dell'immediato dopoguerra e già introvabile alla fine degli anni Quaranta. Questo volume è senza dubbio il suo migliore lavoro scientifico-didattico in quanto completa la strutturazione della disciplina come evoluzione della meccanica applicata alle costruzioni dandole un lessico definitivo; in tal modo il G. portò a compimento l'opera iniziata dal Ricci ponendo la scuola di Napoli tra le prime in Italia. Le numerose edizioni successive (a partire dalla 2a del 1952), stampate da Pellerano - Del Gaudio e redatte anche con il contributo dei suoi allievi, risultano ampliate ma prive dello smalto iniziale.
Il secondo periodo inizia nel 1950 e risente della collaborazione dei suoi allievi: i problemi trattati sono fra i più attuali dell'epoca: calcolo a rottura, vibrazioni, viscosità dei calcestruzzi e conseguenti problemi strutturali. Tra le tantissime opere di ingegneria civile da lui progettate o ispirate - molte delle quali pubblicate, con il contributo degli allievi, su riviste tecniche nazionali - si ricordano: i numerosi e importanti ponti (sul Corace, sul Garigliano, sul Flumendosa, della Circumvesuviana a Seiano, il ponte canale sulla via Casilina), i sostegni della funivia del Faito, le grandi travi precompresse per la copertura del cinema Metropolitan a Napoli, le strutture della terza centrale sul Sangro.
Ingegnere e progettista strutturale di grande valore, insieme con A. Passaro aveva costituito un piccolo studio antesignano delle moderne società di ingegneria che ebbe poi grandissimo sviluppo. Nel 1939 diresse l'Ufficio tecnico della Mostra d'Oltremare in Napoli progettando e curando la realizzazione in breve tempo dell'imponente complesso edilizio. Fu però soprattutto un maestro per tutti i suoi allievi e collaboratori.
In pochi anni il corso di scienza delle costruzioni, basato su un solido impianto teorico e sullo svolgimento di esercitazioni applicative, divenne essenziale per la formazione degli studenti della facoltà di ingegneria di Napoli. La fama del G. e del suo istituto, già solida dal 1948, nel 1952 si diffuse in tutta Italia e durò a lungo anche dopo la sua morte. Preside della facoltà di ingegneria e prorettore dell'Università, socio della Accademia di scienze fisiche e matematiche di Napoli, presidente dell'Ordine degli ingegneri di Napoli, presidente della società Magazzini generali, il G. si avvalse di una molto folta e valida schiera di collaboratori (tra i quali: V. Franciosi, E. Giangreco, M. Pagano, A. Raithel, T. Renzulli). L'istituto era una fucina di idee e di iniziative e il G., elegante e sorridente, era pronto a incoraggiare soprattutto i giovani, nei confronti dei quali era prodigo di consigli e quando necessario di ammonizioni, date sempre in tono benevolmente canzonatorio.
Il G. morì a Napoli il 21 genn. 1956, a pochi giorni dalla posa della prima pietra della nuova sede della facoltà da lui tenacemente voluta.
Fonti e Bibl.: Notizie biografiche, carte e materiali d'archivio a Napoli presso l'Università degli studi Federico II, Fondazione [Adriano] Galli; Lessico univ. ital., VIII, p. 478.