Adonis
(arabo Adūnīs)
Pseudonimo del poeta siriano naturalizzato libanese, ‚Alī Aḥmad al-Sa‚īd, nato nel villaggio di Qassabīn, Laodicea, il 1° gennaio 1930. Dopo gli studi presso l'università di Damasco si è trasferito a Beirut (1956). Nel 1957 ha fondato, insieme al poeta libanese Yūsuf al-H̠āl, la rivista letteraria Ši‚r (Poesia), con la quale poneva le basi per la nascita della poesia araba moderna (al-ši‚r al-ḥadīṯ). Nel 1968 ha partecipato con altri scrittori alla creazione di un'altra rivista letteraria, Mawāqif (Posizioni), con l'obiettivo di continuare e ampliare il progetto poetico iniziato da Ši‚r, la cui pubblicazione era stata interrotta nel 1964 (e ripresa solo sporadicamente tra il 1967 e il 1969). A., insieme al gruppo di poeti riuniti intorno a Ši‚r, ha teorizzato una poesia lontana dalle rigide convenzioni della tradizione araba e ha affrontato anche il problema della lingua, la diglossia tra arabo classico e arabo dialettale. Nel 1984 è stato chiamato a tenere alcune lezioni presso il Collège de France, e dal 1985 si è stabilito a Parigi, dove ha ottenuto riconoscimenti ufficiali.
Il linguaggio, secondo A., non costituisce un mero mezzo di espressione bensì è un atto di creazione. Il poeta, grazie al suo genio creativo, deve tornare alle origini delle parole e alla loro magia primitiva. Pur essendo considerato uno degli iniziatori del verso libero (al-ši‚r al-ḥurr), e pur allontanandosi dai canoni della poesia classica (qaṣīda), A. rappresenta una figura di continuità con il passato nel suo rifiuto di ogni tipo di semplificazione linguistica e strutturale. Contrario alla poesia didattica e all'idea che il poeta debba farsi portavoce di una letteratura nazionale di stampo socio-realista, A. ritiene che la poesia debba riflettere la personalità e la percezione del poeta, che a sua volta deve agire sugli eventi grazie al suo genio creativo.
Sensibile agli influssi europei, mistica ed esistenzialista, la poesia di A. fonde con rara maestria l'ispirazione personale e l'eredità araba classica, giungendo a un risultato di estrema originalità. Oltre ai numerosi volumi di poesia (Aġānī Mihyār al-dimašqī, 1961, I canti di Mihyar il damasceno; al-A‚māl al-ši‚riyya al-kāmila, 1971, Opera poetica completa; Šahwa tataqaddam fī h̠arā'iṭ al-mādda, 1987, trad. it. Desiderio che avanza nelle mappe della materia, 1997; al-Kitāb, 1995, Il libro, prima parte di un'importante opera poetica), A. ha pubblicato saggi critici sulla poesia (Muqaddima lī 'l-ši‚r al-‚Arabī, 1971; trad. it. Introduzione alla poetica araba, 1992) e più in generale sulla cultura araba. Nella sua monumentale opera al-Ṯābit wa 'l-mutaḥawwil: baḥṯ fī 'l-ittibā' wa 'l-ibdā‚ ‚inda al-‚Arab (3 voll., 1974-79, La staticità e il movimento: uno studio sull'imitazione e l'innovazione nella cultura araba), A. ha ripercorso le tappe della civiltà araba, dalla nascita del profeta ai giorni nostri. Conscio dello stato di stagnazione della cultura araba, egli crede di individuarne le cause nel tradizionalismo che agisce a scapito delle forze che mirano al cambiamento della mentalità araba: obiettivo fondamentale è allora quello di giungere alle vere radici dell'eredità classica, per costruire su questa una nuova cultura volta alla libertà, alla creatività e al mutamento.
bibliografia
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