ADOLFO FEDERICO
. Re di Svezia, nato il 14 maggio 1710, morto a Stoccolma il 12 febbraio 1771. Figlio di Cristiano Augusto di Holstein-Gottorp, A. condusse da giovane la vita modesta del principotto tedesco che vive senza speranza di innalzarsi ad una attivita più indipendente. Nel 1727 fu eletto principe-vescovo di Lubecca; ma questa dignità non era che un titolo ed una rendita, sia pure rilevante. Incominciando dal 1739, A. tenne la reggenza dei ducati d'Holstein-Gottorp come tutore di suo nipote, ma senza dimostrare grandi attitudini di governo. La sua vita prese tuttavia un indirizzo nuovo quando, il 23 giugno 1743, fu eletto principe ereditario della Svezia, in seguito a pressioni esercitate da sua zia Elisabetta, imperatrice di Russia. La situazione politica della Svezia, in quell'epoca, risentiva dell'opposizione irreconciliabile dei due grandi partiti politici, designati generalmente dai nomignoli d'allora: hattar (cappelli) e mössor (berretti). Il primo desiderava ardentemente la rivincita, dopo le sconfitte svedesi toccate da parte della Russia, all'epoca di Carlo XII. Se A. avesse avuto libertà di decisione avrebbe certamente tentato di riconciliare i due partiti; ma dopo il suo matrimonio con Luisa Ulrica, principessa di Prussia e sorella di Federico il Grande, donna geniale, ma desiderosa di dominare (1744), egli subì fortemente l'irifluenza di lei. Il suo regno, iniziato col 25 marzo 1751, è notevole soprattutto per i tentativi - infruttuosi tuttavia - della coppia regale di accrescere il potere regio ridotto, dalla morte di Carlo XII in poi, a mera apparenza. La Dieta, onnipotente, dominava, pur lacerata da interne fazioni. Più volte il re cercò di liberarsene, anche per gli incitamenti della sua virile consorte. Ma il 1756, dopo uno di questi tentativi, A. fu quasi spogliato dell'ultimo resto di autorità, e il potere regio toccò allora il suo punto più basso. Mancavano a lui, re, le qualità necessarie. Buon uomo e pieno di buone intenzioni, non ebbe l'energia e l'ingegno necessarî ad attuare i suoi disegni. Non fu né abbastanza ambizioso, né abbastanza coraggioso per lavorare in maniera decisa per un cambiamento di regime, come fece più tardi suo figlio Gustavo III.