BOARI, Adamo
Figlio di Vilelmo e di Luigia Bellonzi, nacque a Ferrara il 22 ott. 1863. Compiuti gli studi liceali, s'iscrisse alla facoltà di ingegneria: ne frequentò il biennio a Ferrara e il triennio a Bologna. Uomo di spirito brillante e avventuroso, partì, nel dicembre 1889, per l'America latina, attratto da più ampie prospettive di lavoro. Si fermò dapprima in Brasile; passò poi in Messico stabilendosi nella capitale. Partecipò in seguito al concorso internazionale per il Teatro nazionale (ora palazzo delle Belle Arti) e riuscì vincitore con un progetto (1904) che, anche se d'impostazione chiaramente eclettica, mostra tuttavia notevole coerenza e dignità.
La struttura è interamente in ferro e ha suggerito all'architetto le linee curve che si evidenziano specialmente nel coronamento della facciata. La costruzione, iniziata nel 1905, fu terminata solo nel 1934 (da F. E. Mariscal), dopo l'intervento di numerosi altri artisti e varie trasformazioni (vedi, per tutta la questione, Fernandez).
Oltre a questa, che è la sua opera principale, il B. ha lasciato in Messico numerosi lavori, tra cui sono da ricordare: il palazzo delle Poste, in stile veneziano (1902-1907), e la palazzina in via Monterrey 107, ora demolita, che, con le bianche e lisce pareti, le finestre ad angolo e la mancanza di ogni decorazione, costituiva il primo esempio di architettura moderna in Messico. Nel 1910 disegnò un monumento a Porfirio Diaz che non venne mai eseguito (Fernandez, p. 179).
Lasciato definitivamente il Messico (1916), il B. tornò in Italia e si stabilì a Roma, da dove si allontanò spesso per tornare a Ferrara e per viaggiare in Europa. Nel 1927 vinse, con un progetto in collaborazione con G. Boni, il secondo premio al concorso internazionale per il palazzo delle Società delle Nazioni a Ginevra. Anche in Italia ebbe vari incarichi professionali: tra l'altro si deve a lui uno studio sui giacimenti petroliferi nel delta padano. Fu nominato presidente del Collegio degli ingegneri di Ferrara ed in seguito presidente dell'Associazione nazionale degli architetti. Morì a Roma il 24 febbr. 1928.
Ha lasciato alcune pubblicazioni: Per un monumento a Dante in Campidoglio e la questione di pal. Caffarelli, Roma 1917; Studio per il piano regolatore del colle capitolino e dei fori imperiali, Roma 1921; Studio di massima per il monumento ossario al fante ital. sul monte San Michele, Roma 1921; Studi ed elementi per il Teatro Massimo di Roma, Roma 1924.
Bibl.: A. Muggia, Storia dell'archit. dai primordi ai nostri giorni, Milano 1933, pp. 595, 642 s.; Diccionario Porrua, México 1965, pp. 195 s., 407; J. Fernandez, El arte del siglo XIX en México, México 1967, pp. 177-181.